lunedì 4 aprile 2011

ARTE IN FARMACIA

L'iniziativa patrocinata dall'ASPIC Pescara vedrà le opere dell'artista Alfonso Camplone esposte nelle vetrine di diverse farmacie della città dal 26 Aprile al 9 Maggio

Conferenza stampa Venerdì 8 Aprile 2011 ore 18:30
c/o Ordine Provinciale Farmacisti Via Raiale, 118 Pescara

Raccogliamo con entusiasmo l’invito a sostenere l’innovativa iniziativa ideata dall’artista  Alfonso Camplone e promossa in collaborazione con l’ordine dei Farmacisti
“Arte in farmacia” si propone di portare, o meglio di “riportare” l’arte in uno dei luoghi del vivere quotidiano ed è in linea con gli intenti dell’ASPIC Associazione per lo Sviluppo della Psicologia dell’Individuo e della Comunità: la promozione della cultura del Ben-Essere e della Qualità della Vita.
Nelle nostre città moderne la bellezza non è più padrona della scena come lo era nell’antica Atene, nelle nostre belle città d’arte e nei nostri paesi.
Viviamo in un tempo in cui l’esperienza della bellezza è limitata alla sfera privata, ma non sempre, tra i mille impegni e i tempi stretti della vita moderna, riusciamo a viverla appieno. Così  ci impediamo di trarre da questa esperienza i vantaggi che può offrirci per il nostro ben-essere.
L’esperienza estetica ci rende partecipi con nostro stupore ma anche con un senso di dolce consolazione, del vertiginoso mistero che ci cela sotto la superficie delle abitudini quotidiane, rivelandoci aspetti più profondi di noi e della nostra esistenza. Mettendoci in contatto con noi stessi, con la nostra ricchezza interiore, l’arte ci permette di prenderci cura di ciò che c’è di indicibile nella nostra vita e quindi di prenderci cura noi nella nostra interezza, non lasciando fuori niente!
Questa vocazione olistica propria dell’arte e degli artisti ha ormai da tempo ritrovato spazio nella riflessione scientifica dove l’approccio riduzionista, almeno a livello accademico, ha ceduto il posto ad una visione integrata che meglio rispecchia la complessità dei problemi.
Nella pratica clinica della medicina ne vediamo le conseguenze nell’umanizzazione dei servizi, nel crescente lavoro di equipe e nelle cure integrate che prevedono oggi più di prima raccomandazioni non solo sull’uso dei farmaci, ma anche rispetto allo stile di vita.
Il focus è sempre più la “Qualità della Vita” ed è in questa cornice che vengono analizzati i sintomi ed elaborati i piani di trattamento. Nell’antica Grecia i luoghi dedicati alla guarigione mettevano i malati nella condizione di vivere un’esperienza estetica che favoriva il processo di guarigione: immersi nel verde c’erano il teatro e spazi dedicati alla pittura, alla lettura e al canto. I pazienti stessi erano incoraggiati a scrivere poesie e partecipare alle attività artistiche. Queste attività sono gradualmente diventate periferiche rispetto all’uso dei farmaci al punto che per lungo tempo abbiamo liquidato con il termine “effetto placebo” gli esiti del loro utilizzo. Ma ci conviene veramente eliminare tutti quegli aspetti della vita che possono attivare in noi energie e potenzialità di auto-guarigione? O forse è tempo di includere questa componente nel piano di trattamento?  Sembra che i tempi siano ormai maturi per comporre una visione più ampia della salute e delle sue fonti e questa iniziativa rappresenta un’ottima occasione per portare nuovamente l’arte vicino all’esperienza del quotidiano per il Ben-Essere delle Persona e della Comunità di cui è parte.

Raffaello Caiano
Presidente ASPIC Pescara

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